CORDISCO, DANIELE
THIS COULD BE THE START
Barcode: 8033928000090 / Cat: NUCCIA009 / 1 CD / Label: NUCCIA
“This Could Be The Start” è l’album di debutto di Daniele Cordisco, edito per Nuccia. Figlio d’arte e vincitore del Premio Internazionale Massimo Urbani 2013, Daniele inserisce nel suo primo lavoro numerosi omaggi ai grandi della musica, senza sovrastrutture o eccessi di sperimentazione musicale. Nell’album la classica atmosfera anni ’60 si fonde con elementi come la bossa nova, l'organo hammond, lo swing e il senso del groove tipico dell’epoca. Senza dimenticare l’urgenza di far emergere la sua voce e la sua personalità, Daniele ha inserito nel suo primo lavoro numerosi riferimenti e omaggi ai grandi della musica. Questo album, portato a termine con tenacia, è il risultato della conquista del Premio Internazionale Massimo Urbani nel 2013. In “This Could Be The Star” Cordisco ha potuto contare sulla partecipazione di grandi nomi come i fratelli Deidda, Pietro Lussu, Dario Rosciglione, Antonio “Caps” Capasso e Giovanni Campanella, che lo hanno accompagnato in questo percorso creativo. Nel disco compare anche Fabrizio Bosso, presidente di giuria del Premio Internazionale Massimo Urbani. Questo giovane musicista ha ereditato fin da piccolo una grande passione per la musica grazie a suo padre, Nicola Cordisco, anch’egli chitarrista: Mi sono avvicinato alla chitarra a nove anni - dichiara Daniele - iniziando a studiare con mio padre; lui era sempre in giro per concerti e la chitarra era un’occasione per passare più tempo in sua compagnia. Daniele Cordisco porta con sé l’immagine di un giovane pieno di vita e sempre in movimento, prima per stare vicino al padre, poi per seguire la propria passione anche fuori dai confini nazionali, dai seminari Young Jazz People for Europe frequentati in Belgio, passando per il prestigioso Berklee College of Music di Boston, fino ad arrivare all’Umbria Jazz Winter. Nel 2008, dopo aver vinto il premio “Giovani Talenti di Chitarra Jazz”, trova il suo posto anche a New York, città in cui collabora con alcuni musicisti italoamericani come Luca Santaniello e Joseph Lepore. Anche due giganti della musica come George Benson e Pat Martino hanno avuto un ruolo significativo nella sua formazione. Il giovane chitarrista infatti ha avuto l’opportunità di incontrare di persona i due grandi compositori jazz che lo hanno spinto a proseguire la sua strada e a coltivare il suo talento. Oltre al già citato premio Massimo Urbani, questo compositore e chitarrista emergente ha ottenuto numerosi riconoscimenti come il premio come miglior chitarrista al Tuscia in Jazz, il premio Chicco Bettinardi e il primo posto al concorso Eddie Lang, con Jim Hall in giuria. Grazie al suo talento, è stato notato da Renzo Arbore che lo ha scelto per far parte degli Swing Maniacs. “This Could Be The Start” contiene brani come “Blues For Ray”, dedicato a Ray Brown, contrabbassista che ha fatto la storia del jazz al fianco di grandi esponenti come Charlie Parker e Oscar Peterson; “Winston Samba” un brano che richiama, con una concezione più nord americana, le atmosfere della bossa nova degli anni '50 e si avvicina agli arrangiamenti orchestrali di Quincy Jones; “4 Caps”, un gioco di parole tra “Four Brothers” (brano di Gerry Mulligan, sassofonista del cool jazz) e Caps, soprannome di Antonio Capasso, pianista e organista della formazione; “Autumn Sunset”, brano che richiama invece epoche differenti con uno stile romantico-malinconico come le composizioni di Henry Mancini e che si conclude con un vago richiamo armonico/melodico a Stevie Wonder; “Woo Chen”, da un’idea di Rosciglione e Cordisco, un brano lounge che conduce l'ascoltatore verso un viaggio alla fine degli anni '60 e in cui si ritrova l'ispirazione a Quincy Jones, uno dei massimi esponenti del settore, insieme a Jimmy Smith e Horace Silver; “Lush Life”, una composizione di Billy Strayhorn che spezza completamente l'atmosfera rilassata e swingante del disco con un mood romantico e malinconico.