I CANTORI DI SAN MARCO / GEMMANI MARCO
GABRIELI: MESSA BASSA A SAN MARCO, MISSA VEXILLA REGIS
Barcode: 8007194105612 / Cat: TC530701 / 1 CD / Label: TACTUS
Se per buona parte del cinquecento la polifonia vocale si era attestata su una scrittura quadripartita, attorno agli anni settanta si assiste in tutta l’Italia ad un sostanziale incremento del numero delle voci specialmente nella musica sacra. Se una composizione a sei voci, nel 1560, era considerata ancora un’eccezione destinata ad eventi particolari, nel 1580 la stesso numero di voci è considerato non molto elevato, visto che nelle festività più importanti vengono eseguite composizione ad almeno otto voci e, specialmente nella Venezia di fine secolo, si giunge a scrivere anche a venti e più parti. Di questo fenomeno sono un emblema i Concerti dati alle stampe da Giovanni Gabrieli nel 1587, una delle opere cardine della scrittura musicale della seconda metà del sedicesimo secolo, da cui, per loro stessa ammissione, trassero nuove idee molti compositori italiani e stranieri. In questa opera le composizioni a sei e sette voci appaiono come le più ‘semplici’ mentre primeggiano le composizioni a dieci, dodici e sedici voci. La scrittura a quattro voci, del tutto consueta fino a pochi anni prima, sembra ormai superata. La scrittura di queste composizioni polivocali, spesso anche policorali, non è particolarmente complessa. La loro attrattiva consiste soprattutto nella ricerca della grandiosità, nel dinamico gioco delle masse corali, nell’incalzante ritmo delle successioni accordali e nella ricerca di un suono pieno di armoniche. Quale potrà essere stata, invece, la collocazione liturgica dei mottetti a sei e sette voci che si trovano nella stessa raccolta?